giovedì 12 settembre 2013

La nuova frontiera del fregar soldi a un esordiente.

Andando ultimamente a caccia di recensioni, come ogni buon autore autopubblicato che si rispetti, mi imbatto nella nuova frontiera della ‘truffa’ ai danni dei poveri esordienti, da cui il titolo del post. Gli esordienti suddetti erano stati messi ben bene in guardia contro l’EAP, Editoria A Pagamento, grazie anche al nobile operato di siti come il ‘Writer’s dream’ e del semplice passa parola tra scrittori, insomma in guardia contro quelle case editrici alle quali dopo aver spedito un mattone pieno di errori, un romanzo squallidissimo, l’anticristo della narrativa, ti rispondevano: ‘Ammazza che bbello! Sei proprio bravo, aoh, firmece st’assegno da 8 pippi e noi te lo pubblicamo!’, salvo poi essere totalmente disinteressati alla buona riuscita del romanzo (distribuzione, pubblicità, promozione, insomma, buona riuscita in senso lato) dal momento che avevano già avuto i loro soldi. Ossia i tuoi. Ebbene, talaltre persone, dotate di un intelletto particolarmente acuto, si son dette: ‘E va bene, non volete pagà pe pubblicà? Sta bene, so d’accordo co voi. Allora famo na cosa: voi ve pubblicate da soli, su KDP, Lulu, Youcanprint, Smashwords, quellochevvepare. Poi però me sa che ve serveno le recensioni, sennò come fate a favve legge, no? EBBENE! Noi vi recensiamo! Sì, proprio così, però ce firmate st’attro assegno da 20, 50 quello che è euro, e noi ve RECENSIMO!’. In parole povere, dal pagare per essere pubblicati siamo passati al pagare per essere letti. Anche se questo secondo servizio costa un po’ di meno perché c’è crisi. I miracoli dell’evoluzione. Un conto la pubblicità reciproca (tu mi recensisci, io ti pubblicizzo sul mio forum\profilo fb\sito), un conto insomma lo scambio di cortesie tra (semi?)professionisti che esiste in ogni mondo, quello editoriale compreso. Un altro conto quest’ennesimo balzello che qualcuno si è inventato per lucrare sui vostri sogni. Pagare per essere recensiti? E perché? È come pagare qualcuno per dire che ne pensa di tua moglie. Bella gnocca. Fanno dieci euro. Esistono molti recensori onesti, non voglio specificare gratuiti perché secondo me il vero recensore non si fa pagare dall’autore che recensisce, magari si fa pagare da una testata giornalistica, quello sì, ma non direttamente dall’autore. È una legge del mercato, è onestà intellettuale. Perché da lì al farsi pagare 50 euro per una buona recensione, 30 per una media recensione, 10 per una recensione sgnicchesgnacche il passo è breve. E allora avremo creato l’ennesimo mondo di plastica dove affogare.